giovedì 2 luglio 2015

Vitamina B12, cos’è e a cosa serve


La vitamina B12, o cobalamina, è una vitamina fondamentale nei processi di formazione dei globuli rossi e per le cellule del sistema nervoso. Insieme all’acido folico – un’altra vitamina di gruppo B – coadiuva la sintesi del DNA e dell’ RNA. In natura è prodotta da alcuni batteri che l’uomo ha imparato a coltivare in vitro e di cui è in grado di servirsi per la produzione di speciali integratori. Si tratta della più complessa fra gli otto tipi di vitamine B ed è idrosolubile, è cioè una vitamina che si discioglie nell’acqua. La vitamina B12 è inoltre essenziale a prevenire una forma di anemia megaloblastica molto pericolosa, conosciuta col nome di anemia perniciosa.
– Carenze di vitamina B12
– Struttura chimica
– Utilizzi
– Vitamina B12, acido folico, omocisteina

In quali alimenti è contenuta la vitamina B12?

La vitamina B12 è contenuta in tutti gli alimenti di origine animale. La troviamo presente nella carne rossa e bianca, nel pesce, nelle uova, nei latticini e nei molluschi. Le vongole, le cozze, gli sgombri, le aringhe e il fegato animale sono gli alimenti più ricchi.
Per informazioni più dettagliate si consiglia la visualizzazione di questa pagina
vitamina B12Bisogna però fare una precisazione: non sono le carni animali a produrre dal nulla vitamina B12, ma batteri e microrganismi che posseggono gli enzimi in grado di sintetizzarla. Gli animali, siano essi carnivori o erbivori, la ricavano ingerendoli, nutrendosi dei tessuti degli altri animali o delle piante che crescono sulla terra.
La vitamina B12 è anche contenuta nei cosiddetti alimenti fortificati, come il latte di soia di seta di tipo refrigerato, gli hamburger di soia, alcuni cereali come i grape-nuts.
Non esistono piante o vegetali commestibili dai quali attingere in forma attiva la vitamina B12 e questo costituisce un potenziale pericolo per chiunque sostenga una dieta di stampo vegano, del tutto priva di carni e dei suoi derivatiLa teoria per la quale il Tempeh, la clorella, la spirulina, la Kombucha, la Batabata-cha, alcune alghe, i cibi non lavati o il lievito di birra conterrebbero cobalamina non è scientificamente riconosciuta: è pur vero che in alcuni di questi alimenti la vitamina B12 è presente, ma di fatto si trova in un quantitativo insufficiente per il nostro fabbisogno o è biologicamente inattiva e non assimilabile dall’organismo. Curiosamente, un’altra fonte di B12 sono le feci. Infatti nel nostro organismo sono presenti i batteri in grado di sintetizzarla, ma sfortunatamente si trovano in un tratto intestinale al di sotto dell’ileo, che è il centro deputato al suo assorbimento.
Dunque, chi non mangia proteine animali dovrebbe compensare tramite altre fonti. Gli integratori multivitaminici sono il supporto ottimale, poiché la vitamina B12 è assorbita meglio se accompagnata da altre vitamine del gruppo B. In commercio esistono anche fiale di cobalamina, un gel nasale e pasticche sublinguali da sciogliere sotto la lingua.

Carenza di vitamina B12

carenza vitamina B12I ricercatori stimano che circa il 20% degli adulti abbia una carenza di vitamina B12 in corso da diverso tempo senza esserne al corrente.
Di fatto, il deficit di vitamina B12 è un campanello d’allarme ovattato che si aziona in maniera discreta e silenziosa per avvertirci che qualcosa non va. Se ignorato, il suono del campanello si trasforma in un tonfo boato. Diventa pertanto necessario risalire alla radice del problema e capire cosa il nostro organismo vuole comunicarci: più facile a dirsi che a farsi, poiché possono trascorrere parecchi anni prima che si manifestino i sintomi del deficit di cobalamina; il fegato ha la capacità di immagazzinare le riserve di vitamina B12 di cui servirsi nei periodi di “carestia” e quasi sempre ci accorgiamo dello squilibrio solo quando le scorte sono esaurite, dopo molti anni.
Lo squilibrio da vitamina B12 ha due origini possibili:
1. Il nostro corpo non ottiene il giusto quantitativo di vitamina B12 di cui ha bisogno, perché noi non assumiamo gli alimenti o gli integratori che la contengono.
2. Il nostro corpo non è in grado di assorbire la vitamina B12 che noi immagazziniamo.
Se per quanto riguarda il primo caso possiamo facilmente dedurre il logico rimedio (correggere l’alimentazione o assumere gli integratori vitaminici), nel secondo bisogna valutare attentamente i motivi dell’anomalia, che possono essere più o meno gravi.
Di seguito ne elenchiamo alcuni:
  •  Deficit del fattore intrinseco. Il fattore intrinseco è una glicoproteina prodotta dalle cellule parietali dello stomaco che nel processo di assorbimento della vitamina B12 riveste un ruolo di primaria importanza. Quando a causa di neoplasie, anemia perniciosa o altre patologie viene a mancare, noi non abbiamo più modo di assimilare la vitamina B12 .
  • Sindrome di Imerslund-Grasbeck. Si tratta di una malattia molto rara autosomica descritta per la prima volta nei paesi scandinavi, che fa il suo esordio durante l’infanzia. A provocarla è un difetto nel fattore intrinseco che non consente l’assorbimento della cobalamina. Causa anemia megaloblastica, danni neurologici, debolezza. Si cura successivamente assumendo integratori di vitamina B12 a vita.
  • La vecchiaia. Molte persone, superati i 50 anni di età non sono più in grado di assimilare la cobalamina perché non hanno sufficiente acido cloridrico nello stomaco. Una persona su dieci dai 75 anni in su manifesta carenze di vitamina B12 .
  • Interventi gastrointestinali. La vitamina B12 viene assorbita in un tratto intestinale chiamato ileo. Interventi o rimozioni parziali di esso ostacolano le regolari funzioni di assorbimento.
  • Bypass gastrico.
  • Patologie come la celiachia o il morbo di Chron.
  • L’uso continuativo di inibitori della pompa protonica. Conosciuti nella forma abbreviata PPI, svolgono la funzione di ridurre l’acidità dei succhi gastrici, indispensabili nel processo di assorbimento della vitamina B12 dalle proteine; l’utilizzo di PPI non ha comunque effetti sulla vitamina B12 ricavata dagli integratori in compresse o per endovena.
  • L’uso prolungato di Metformina. La Metformina, un farmaco adoperato nella cura al diabete, può influenzare il corretto assorbimento da parte del corpo della vitamina B12 .
  • L’abuso di alcool.
  • Patologie ereditarie.
  • L’esposizione frequente all’ossido di azoto. L’ossido di azoto, o protossido di azoto, è un gas esilarante adoperato in medicina per le sua funzione anestetizzante o molto più banalmente negli spray della panna montata. Persone con carenze in corso di vitamina B12 dovrebbero comunicare il problema al personale sanitario.
  • L’abuso di nicotina.
  • L’acido aminosaliciclico sembra interagisca sull’assorbimento orale della vitamina B12 riducendone l’assimilazione per il 50%
  • In diete povere di vitamina B12 e in soggetti che fanno un uso abituale da oltre tre anni di H2-antagonisti come la ranitidina cloridrato sono state evidenziate carenze di lieve entità.
La conseguenza più comune della carenza di vitamina B12 è la rara anemia perniciosa cronica, un’anemia di origine autoimmune. I suoi sintomi sono curabili con l’assunzione di integratori di vitamina B12 o nei casi più gravi con iniezioni per endovena. Da evitare gli integratori di acido folico che potrebbero far sparire il malessere senza però agire sulle cause che hanno determinato lo squilibrio, con conseguenze potenzialmente fatali. Il deficit da vitamina B12 è inoltre responsabile di depressione, incontinenza, demenza, spasticità, difficoltà a deambulare, psicosi. Il disturbo più comune che accende il campanello d’allarme è il sopraggiungere di un forte senso di stanchezza e di debolezza; l’affaticamento oltre ad essere fisico è soprattutto mentale e si manifesta con perdita di memoria, irascibilità, calo dell’attenzione, disturbi del sonno.

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