mercoledì 27 maggio 2015

Colon irritabile e i rimedi naturali più efficaci....



La sindrome del colon irritabile, o colite, si manifesta con sintomi fastidiosi come gonfiore addominale, stitichezza e diarrea, crampi e difficoltà digestive. Vediamo come alleviarla con i rimedi naturali

La sindrome del colon irritabile è la più benigna della patologie infiammatorie a carico dell'intestino, ma non per questi i suoi sintomi sono meno fastidiosi per chi ne soffre.

 
Comunemente conosciuta come colite, questa malattia cronica è provocata da una infiammazione delle mucose del colon, le cui cause sono in parte sconosciute, aggravata da fattori come cattiva alimentazione e stress.
I sintomi del colon irritabile sono diversi, non sempre si manifestano tutti insieme o con la stessa intensità, in ogni caso ecco una lista dei più comuni:
  • Crampi addominali che dal fianco sinistro si irradiano a tutta la pancia

  • Stitichezza alternata a diarrea

  • Presenza di muco nelle feci, chiaro segno di infiammazione in fase acuta

  • Meteorismo

  • Gonfiore addominale

  • Alitosi

  • Digestione lenta e laboriosa
 
Se vi ritrovate in questa sintomatologia, non affrettatevi a dare un nome alla vostra patologia perché questi malesseri possono essere spia anche di altri problemi intestinali, come la presenza di polipi, il morbo di Chron o la colite ulcerosa che sono sicuramate problemi più seri rispetto al colon irritabile. Anche la celiachia può manifestarsi con questi sintomi.
 
 
Se, dopo una visita dal medico e accurate analisi la diagnosi è: colite, o sindrome dell'intestino irritabile, le vie per curarvi sono diverse. C'è da sapere che per avere la meglio su questo disturbo, che poi è spesso solo un sintomo fisico di un problema più generale, magari legato al troppo stress o all'ansia, bisogna non aspettarsi i miracoli, non avere fretta.

 
Per ripristinare l'equilibrio dell'intestino e del colon ci vuole tempo, pazienza, e la voglia di cambiare le proprie abitudini in meglio, per la vita. Ad esempio l'alimentazione è la prima e migliore terapia. Bisogna scegliere cibi che riducano l'infiammazione e il gonfiore e stimolino la corretta attività intestinale tra cui proteine magre (carne e e pesce), patate (lesse), riso, frutta e verdure ricche di fibre digeribili (carote, melanzane, zucchine, mele, pere, susine dolci, cachi maturi, uva e fichi), cereali integrali tra cui l'avena.

 
Da ridurre, invece, tutto ciò che sia lievitato come il pane fresco (meglio le fette biscottate), la pizza e le focacce, la birra, le torte, le brioches e i dolci da forno. Al bando anche l'alcool.

 
Meglio ridurre anche i caffè e sostituirli con caffe' verde,  tisane digestive e calmanti come lacamomilla, la melissa, il finocchio. Ottimo riequilibrante della flora batterica intestinale è lo yogurt, e altrettanto lo sono i probiotici, mentre un altro rimedio naturale efficace è il carbone vegetale che assorbe i gas intestinali. Assumere molta acqua durante il giorno e molto movimento. 
 
 

sabato 23 maggio 2015

Caffè verde: il chicco che fa ripartire il metabolismo

Perfetto per affrontare il cambio di stagione con una marcia in più, contiene fino a 4 volte più antiossidanti del tè verde, aiuta nel controllo del peso e non ha effetti collaterali



Da diversi anni il caffè è uno dei protagonisti indiscussi della nutraceutica, la scienza che studia gli alimenti che hanno una funzione benefica sulla salute umana. Il perché lo sperimentiamo ogni giorno: berne qualche tazzina aiuta a sentirsi più energici e a spegnere la fame. Quello che non tutti sanno, invece, è che esiste una soluzione ottimale per godere dei benefici del caffè senza i suoi effetti collaterali più tipici, e questa soluzione si chiama caffè verde.


Il prodotto, in realtà, non è altro che il normale caffè prima della tostatura: in sostanza si prendono i chicchi ancora verdi, così che le proprietà chimiche e nutritive rimangano inalterate. L’estratto che se ne ricava è particolarmente ricco di antiossidanti, e sembra che ne contenga una quantità fino 4 volte maggiore del più noto e diffuso tè verde. 

L’efficacia del caffè verde è dovuta ad un mix di principi attivi che stimolano il metabolismo dei grassi e riducono l’assorbimento degli zuccheri. Insieme a minerali, vitamine del gruppo B, acido tannico e altre sostanze utili al nostro corpo, i suoi chicchi contengono acido clorogenico (5-10%) in quantità nettamente maggiori rispetto a quelli del caffè torrefatto (1-5%).Questa molecola ha riscosso particolare interesse in campo nutrizionale ed è stata studiata per le sue spiccate proprietà antiossidanti, antibatteriche e antivirali.

 I risultati dello studio condotto nel 2012 dai ricercatori Vinson, Burnham e Nagendran per l’Università di Cranston, Pennsylvania, parlano chiaro. Tutti i partecipanti allo studio hanno perso circa il 16% del loro grasso corporeo, pari a circa il 10 % di perdita di peso totale, senza effetti collaterali.

Esistono anche altri studi, condotti su animali, in vitro e sull’uomo, che dimostrano come l’acido clorogenico sia efficace nel velocizzare il metabolismo, accelerando il naturale processo con cui il nostro organismo brucia i grassi. 

Inoltre, questa preziosa sostanza è in grado di diminuire l’assorbimento degli zuccheri da parte dell’intestino, rallentando così il rilascio di glucosio nel sangue con effetti positivi sulle persone che soffrono di diabete di tipo 2.

Il caffè verde batte il caffè tostato anche per un altro importante motivo: contiene una dose minore di caffeina, ma la rilascia nell’organismo in modo più graduale e costante. In questo modo si può godere dei benefici della caffeina (aumento dell’attenzione, vitalità, resistenza, ecc.) più a lungo e senza picchi dannosi. Da non sottovalutare, poi, il fatto che il ph del caffè verde è meno acido di quello torrefatto, quindi è meno lesivo per le mucose gastriche.


martedì 19 maggio 2015

Camminare o correre, per tenersi in forma? Oggi mettiamo a confronto le due attivita'.

In risposta a questa domanda esistono diverse scuole di pensiero spesso legate alle proprie discipline e pratiche sportive praticate nel presente o nel passato o semplicemente alle simpatie sportive di ognuno.
Per fortuna ci sono alcuni aspetti oggettivi che possono essere presi in considerazione, cosa che andremo a fare adesso.
Camminare e correre sono due attività fisiche molto simili, che utilizzano gli stessi muscoli, ma a che a livello fisiologico, biomeccanico e metabolico racchiudono molte realtà diverse che rendono questi sport allo stesso tempo molto differenti tra loro.
Alla domanda se sia meglio correre o camminare in maniera sostenuta il più delle persone risponderebbero correre senza pensarci su molto, ma la realtà è ben diversa: esistono infatti diverse ricerche che confrontano i benefici della corsa con quelli della camminata fornendoci responsi alquanto diversi da quelli che i più si aspetterebbero.










Articolazioni e dolori muscolari
Il primo punto che vorrei trattare insieme a voi è quello prettamente motorio: come reagiscono le nostre articolazioni e la nostra muscolatura ad una corsa rispetto ad una camminata?
Se ci pensiamo bene è tutta una questione di carico che le articolazioni devono sopportare e ammortizzare: la corsa infatti sollecita maggiormente ginocchiacaviglie, ma anche laschiena ecc e per questo è indispensabile possedere una tecnica molto buona in modo da scongiurare infiammazioni e dolore muscolare e articolare.
La camminata di contro è un’ attività più “leggera” in tutti i sensi e quindi in grado di mettere meno in difficoltà le vostre articolazioni: infatti nella camminata non c’è una vera fase di volo come nella corsa e quindi l’impatto a terra risulta meno traumatico nella prima.
Questo impatto maggiorato dalla “caduta” dopo la fase di volo rende correre bene molto difficile: la tecnica deve essere molto buona, il terreno ottimale e l’uso di scarpe adatte e non consumate improrogabile.
Una nota molto importante in questo senso riguarda il tapis roulant, un attrezzo molto utile per correre o camminare anche col brutto tempo e in qualsiasi momento, ma sul quale chi corre bisogna che faccia molta attenzione: una corsa non ottimale e scomposta sul tapis roulant è molto più dannosa rispetto alla stessa corsa su qualsiasi altro terreno.
Il sovraccarico infatti risulta ancora maggiore in quanto il tappeto sotto ai nostri piedi scorre in senso contrario e aumenta la forza di impatto sulle nostre articolazioni.

Cuore e problemi cardiaci
Una ricerca pubblicata nei primi mesi del 2013 sulla rivista scientifica Arteriosclerosis, Thrombosis and Vascular Biology dell’ American Heart Association ha preso in considerazione più di 33 mila corridori e più di 15 mila camminatori di età compresa tra i 18 e gli 80 anni, analizzandone i risultati sulla salute dovuta alla loro attività motoria durante 6 anni.
L’obiettivo era quello di capire quale delle due attività svolgesse un ruolo migliore di prevenzione su alcune malattie come l’infarto.
I dati raccolti faranno molto piacere a tutti gli appassionati del cammino in quanto la camminata è risultata avere un fattore di prevenzione più alto per le malattie cardiovascolari rispetto alla corsa (correre 4,5% e camminare 9,3%).
Ma non è finita qui.

Colesterolo, pressione alta e diabete
La stessa ricerca riporta anche altri risultati che eleggono la camminata come attività più salutare: a parità di dispendio calorico il colesterolo cala in maniera più netta con una camminata a passo sostenuto (7,2% rispetto ai 4,2%), come anche la pressione sanguigna (7% contro i 4,2%).
Per quando riguarda invece l’incidenza del diabete si è ridotta del 12% in entrambi i casi, con un sostanziale pareggio.
A parità di calori bruciate sembra contare maggiormente la distanza percorsa, che camminando risulta maggiore che correndo, specialmente per i principianti di queste discipline.


Perdere peso e dimagrire
Anche se le più importante organizzazioni mondiali dichiarano fermamente che l’attività fisica è fondamentale per star bene e giorno dopo giorno sempre nuovi medici si accorgono delle immense potenzialità in ambito salutistico legate al movimento e allo sport, ancora oggi ciò che spinge le persone a uscire di casa per camminare e correre èdimagrire.
Detto questo, l’importante è cominciare e non smettere appena raggiunti i propri obiettivi di peso.
Ma per perdere peso è meglio camminare e correre? Quale delle due attività fa dimagrire di più?
In questo caso le ricerche sono un po’ confusionarie con un numero di studi a favore dell’una e un numero a favore dell’altra.
Escludendo persone atletiche che sono abituate al movimento e allo sport e che in genere sono più toniche, focalizziamoci su quelle persone che si avvicinano all’attività fisica esclusivamente per dimagrire (quindi immagino non siano atleti), e in molti casi anche per la prima volta.
In questi casi, per chi comincia dal nulla o quasi è molto più consigliata la camminata rispetto alla corsa, infatti saranno in grado di mantenere un andatura costante senza interruzioni per più tempo, riuscendo alla fine a bruciare più calorie (derivanti in maggior parte dai grassi e meno dai carboidrati).
Infatti la maggior parte delle persone correndo si trova presto in affanno, dovendo fermarsi dopo poco e annullando ogni effetto positivo derivante da un’attività aerobica continuata.
Se siete persone in sovrappeso o obese che cominciano da zero in ambito sportivo, per esempio, dovete camminare molto, la corsa può creare altri problemi legati proprio alla vostra condizione metabolica.
Per dimagrire correndo o camminando quello che contano sono i chilometri percorsi, quindi un principiante riuscirà a fare più strada camminando.
Molto importante è riuscire a fare attività fisica per più di 40 minuti consecutivi al giorno senza interruzioni per riuscire a bruciare più calorie derivanti dai grassi rispetto che ai carboidrati.
Se invece siete una persona più evoluta a livello atletico, il consiglio è sempre quello di camminare, a passo più sostenuto (6-7 km/h) e poi dedicare un po’ di tempo alla fine per qualche sprint o qualche km di corsa.
Il vostro livello di allenamento (in particolare di frequenza cardiaca) determina l’intensità della vostra attività e il metabolismo che utilizzerete durante essa, quindi attenzione!
Altro fattore da tenere in considerazione è che dopo una corsa avvengono delle reazioni metaboliche che portano a un maggior appetito, in particolare all’ora di cena, cosa che accade in misura molto minore con una camminata: questo fattore è importante perchéper dimagrire è importante che il rapporto tra calorie introdotte e calorie spese sia negativo.
Un fattore positivo per la corsa, c’è da dirlo, è il fattore tempo: correndo è possibile percorrere più strada in meno tempo; studi alternativi inoltre sembrano dimostrare che se si esula da un’attività aerobiche che comunque è importantissima, è possibile perdere peso anche con attività intensive di breve durata.


La cosa che fa peggio
Detto quanto abbiamo detto bisogna tenere presente che correre fa bene comunque!
La cosa più dannosa in assoluto è la sedentarietà, il rimanere sempre a casa davanti al computer o alla televisione.
Importantissimo è quindi riuscire a muoversi!
Pensate che camminare anche solo per 15 minuti, secondo una ricerca californiana, ha effetti maggiori sulla psiche e sull’ansia rispetto ai più noti tranquillanti leggeri.


Non dimentichiamo che una sana integrazione alimentare aiuta, a migliorare il benessere fisico e mentale.




domenica 17 maggio 2015

Fibromialgia, alcuni metodi naturali per gestire il dolore



Rimedi naturali per la fibromialgia sono molti in natura, la fibromialgia è una sindrome caratterizzata da uno sviluppo graduale del dolore su una vasta zona muscolare, ovvero da una comparsa improvvisa su specifiche aree. Gli studi sembrano correlare questo tipo di malattia con lo stress, la mancanza di riposo e sonno e con l’attività lavorativa svolta dal paziente. Le zone più interessate dal dolore sono le spalle, il cingolo pelvico, le ginocchia e i gomiti. Le sensazioni più comuni sono dolore molto forte, rigidità cui spesso si associano ansia, depressione, stanchezza, disturbi del sonno.



I sintomi della fibromialgia sono più pesanti nei periodi di forte stress, di sforzi eccessivi, nelle situazioni ambientali caratterizzate da temperature estreme. E’ caratteristica dei paesi occidentali, pertanto i ricercatori tendono ad associare l’insorgere della malattia con fattori come lo stile di vita condotto o la dieta alimentare seguita. Ma nella realtà ancora non si conoscono le vere cause di questo disturbo e i normali farmaci anti infiammatori raramente riescono a ridurre il dolore muscolare. I farmaci antidepressivi, invece, hanno aiutato alcuni pazienti a migliorare la qualità e la quantità del riposo, riducendo gradatamente anche il dolore.

·         estratti di semi d’uva: con i semi di uva, potenti antiossidanti e anti infiammatori naturali, si è resa possibile la preparazione di composti che bloccano l’infiammazione e quindi riducono l’entità del dolore; il prodotto consigliato è il proantocianidine con un dosaggio giornaliero da 50 a 300 mg;

·         artiglio del diavolo: si tratta di una pianta originaria del Sud Africa i cui componenti attivi sono detti arpagosidi; caratterizzato da proprietà analgesiche e anti infiammatorie, viene utilizzato anche per migliorare la digestione grazie al sapore amaro del preparato per il tè che stimola i succhi gastrici. Il dosaggio consigliato è da 200 a 800 mg al giorno di estratto di radice contenente 1,5% di arpagoside. Non utilizzare in caso di ulcera gastrica o duodenale, in gravidanza e durante l’allattamento. Consultare il proprio medico curante in presenza di malattie cardiache;

·         corteccia di salice bianco: riduce il dolore e l’infiammazione senza provocare irritazioni allo stomaco. Il dosaggio consiglia di non superare le sei compresse da 400 mg al giorno, ovvero le tre tazze di tè giornaliere;

·         ginkgo biloba: favorisce l’azione anti infiammatoria e riesce ad aumentare l’apporto di ossigeno alle cellule muscolari. Il dosaggio solitamente seguito è di 60-180 mg al giorno;
·         cayenna: crema contenente capsaicina  (il principio attivo del peperoncino) che lavora contro l’irritazione, distraendo il cervello dai segnali di dolore inviati dai nervi interessati mediante il suo calore.

·         St. John’s wort (erba di San Giovanni): impiegata come rimedio naturale nel trattamento della depressione, può aiutare anche nei casi di disturbi del sonno. Il dosaggio è di 900 mg di estratto standardizzato contenente 0,3% di ipericina al giorno. In caso di assunzione di altri antidepressivi, consultare il medico prima dell’utilizzo. Effetti collaterali: reazioni cutanee all’aumento dell’esposizione al sole.

Anche la dieta sembra giocare un ruolo importante nelle cause di insorgenza della fibromialgia, pertanto è consigliato seguire queste istruzioni per minimizzare questo rischio:
·         bere molti liquidi, soprattutto spremute di frutta, ricche di antiossidanti, e succhi di carota, per il suo alto contenuto di beta-carotene;

·         mangiare molta verdura a foglia verde;

·         fare piccoli e numerosi spuntini, piuttosto di pasti sporadici e abbondanti;

·         mangiare alimenti ricchi di fibre;

·         evitare carni rosse, frutti di mare, cibi grassi e acidi, patate bianche, peperoni verdi e melanzane.

·         Limitare o meglio evitare anche cibi ad alto contenuto di idrogenati o grassi saturi;

·         eliminare caffeina e alcool, ridurre il consumo di zucchero;

·         in caso di allergie ad alcuni tipi di cibo, provare ad eliminarli.

Infine, ulteriori accorgimenti vengono dalle proposte di assunzione dei seguenti componenti:
·         nicotinammide adenina dinucleotide (NADH): utile nel controllo del dolore e degli spasmi muscolari. Il dosaggio consigliato è da 5 a 10 mg la mattina a stomaco vuoto;

·         acido malico e magnesio: riducono i sintomi della fibromialgia. Prendere per tre volte al giorno 300 mg di acido malico e 200-300 mg di magnesio;

·         5-idrossidi-triptofano: aumentando i livelli di serotonina, contribuisce a diminuire il dolore e a migliorare il problema dell’insonnia. Da 5 a 30 mg al giorno;

·         SAM-e (s-adenosilmetionina): utilizzato come antidepressivo, si è dimostrato utile anche per ridurre il dolore provocato dalla fibromialgia e migliorare l’umore. Da 200 a 1600 mg al giorno;

·         Coenzima Q10: è un aiuto importante per lo stato infiammatorio perché incrementa la quantità di ossigeno a livello muscolare. Da 60 a 400 mg al giorno.

Tutti questi componenti permettono una migliore nutrizione delle cellule muscolari  e un’aumentata ossigenazione che rende più efficiente l’utilizzo dell’energia a livello muscolare. Notevoli sono, inoltre, le loro proprietà nel controllo dell’infiammazione, nel miglioramento dello stato depressivo e nell’incremento della qualità del sonno.