Si parla molto di Omega 3 in trasmissioni televisive o su riviste come dei
componenti salutari dei nostri alimenti, ma pochi spiegano con precisione cosa
siano realmente, che benefici forniscano al nostro organismo e dove si trovino.
Tecnicamente gli Omega 3 sono acidi grassi
polinsaturi che, dal punto di vista chimico, hanno la caratteristica
di possedere un doppio legame in posizione 3 (omega 3) o in posizione 6 (omega
6), della catena che li forma. Sono tecnicamente definiti EPA (acido
eicosapentaenoico), e DHA (acido docosaesaenoico).
Questi acidi
hanno dei precursori, cioè delle sostanze che dopo l'introduzione nel nostro
organismo vengono trasformati, nello specifico l'acido linoleico è il
precursore dell'acido grasso omega 6, mentre l'acido linolenico è il precursore
dell'acido grasso omega 3. Gli omega 3 e 6 sono acidi grassi essenziali: con
questo termine si intende che il nostro organismo non è in grado di
sintetizzarli, e quindi l'introduzione attraverso la dieta è assolutamente
fondamentale. Per ciò che concerne le funzioni biologiche nell'organismo umano,
si evidenzia dalle più recenti acquisizioni e studi scientifici, condotti su
questo argomento, è possibile sostenere che, tra gli effetti protettivi degli
omega 3 i più rilevanti sono sicuramente:
- azione
antiaggregante piastrinica (effetto antitrombotico), cioè ridurrebbero
la possibile formazione di coaguli nel sangue.
- controllo
del livello plasmatico dei lipidi, soprattutto dei trigliceridi.
- controllo
della pressione arteriosa , mantenendo fluide le membrane delle
cellule, e dando elasticità alle pareti arteriose.
Gli effetti principali sono soprattutto legati alla
protezione del cuore e del sistema circolatorio, aspetto positivo già
evidenziato dagli studi epidemiologici iniziati intorno agli anni' 70. In
quegli anni furono studiati gli "Inuits" una popolazione
eschimese che si cibava prevalentemente di pesce proveniente dalle coste della
Groenlandia e del Giappone, già allora emerse molto chiaramente un'incidenza
particolarmente bassa di malattia all'appararto cardiovascolare, correlata a
quel tipo di alimentazione "marittima".
Recentemente si stanno estendendo gli studi sugli
omega 3 anche nell' ambito della nutrizione neonatale, dove un'introduzione
quantitativamente adeguata di questi acidi sarebbe importante per favorire lo
sviluppo del bambino. Esistono inoltre, studi preliminari, dove si controlla
l'applicazione degli omega 3 sul morbo di Crohn (patologia a carico
dell'apparato intestinale): l'effetto studiato sarebbe legato all'attività
antinfiammatoria di queste importanti sostanze. Per rimanere in tema di
ricerche su questo argomento è importante ricordare che nel 1999 è stato
pubblicato sul "The Lancet " un'importante studio
iniziato nel 1996 su 11324 pazienti colpiti da infarto miocardico, il quale ha
dimostrato che, la somministrazione di un farmaco a base di acidi grassi
polinsaturi omega 3 ai pazienti colpiti da infarto riusciva a ridurre
considerevolmente la mortalità legata a questa patologia.
In sintesi, queste ricerche hanno riscontrato che, la
somministrazione quotidiana di un integratore contenente un grammo di acido
grasso omega 3 associata, ovviamente, a un regime dietetico equilibrato
(contenente un buon quantitativo di pesce), è importante per curare i problemi
di tipo cardiovascolare.
.
Ma per mantenere il benessere del nostro
organismo cosa è più corretto fare?
E' consigliabile seguire un'alimentazione varia ed
equilibrata caratterizzata da armonia sia qualitativa che quantitativa tra i
singoli nutrienti. Per favorire l'introduzione degli omega 3 è opportuno
consumare dalle 2 alle 3 porzioni settimanali di pesce, la cui
tipologia potrà variare tra le seguenti: sgombro, merluzzo, pesce spada, tonno,
trota. sardina e aringa, altre fonti di omega 3 sono i cereali, le noci, i
legumi e l'olio di lino. Per quanto riguarda le tipologie di cottura più
indicate, perché il pesce possa mantenere inalterate le sue benefiche
proprietà, le migliori sono sicuramente: al forno, in umido o alla
griglia.
Una considerazione da non sottovalutare mai è
che un'attività di prevenzione rivolta alle malattie cardiovascolari
deve primariamente concentrarsi sulla dieta equilibrata, e parallelamente sulla
eliminazione dei fattori di rischio(fumo, obesità e sedentarietà). La
società occidentale essendo caratterizzata da un consumo scarso di pesce è
maggiormente esposta alle malattie cardiovascolari rispetto a tutte quelle
popolazioni (ad esempio quelle orientali) che hanno abitudini alimentari
diverse, ecco perché l'indicazione ad un aumento del consumo di pesce è
fondamentale.
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